– […] “Considera degli uomini chiusi in una specie di dimora sotterranea a mo’ di caverna, avente l’ingresso aperto alla luce e lungo per tutta la lunghezza dell’antro, e quivi essi racchiusi sin da fanciulli con le gambe e il collo in catene, sì da dover star fermi e guardar solo dinanzi a sè, ma impossibilitati per i vincoli a muovere in giro la testa; e che la luce di un fuoco arda dietro di loro, in alto e lontano, e che tra il fuoco e i prigionieri corra in alto una strada, lungo la quale è costruito un muricciolo, come quegli schermi che hanno i giocolieri a nascondere le figure, e sui quali esibiscono i loro spettacoli.
– Vedo, disse.
– Guarda ora degli uomini che lungo questo muretto trasportino utensili d’ogni genere, sporgenti oltre il muro, e statue e altre immagini animali di pietra e di legno, e ogni sorta di oggetti; e, come è naturale, alcuni di questi trasportatori parlino, e altri stiano in silenzio.
– D’una strana immagine tu parli, disse, e di ben strani prigionieri!
– Simili a noi, diss’io, che questi cotali credi tu anzitutto che di se stessi e gli uni degli altri vedano altro fuorché le ombre riflesse dal fuoco sulla parete dell’antro di fronte a loro?
– Come potrebbe essere altrimenti, se son costretti a tenere per tutta la vita immobile la testa?
– E che vedrebbero degli oggetti trasportati? Non forse lo stesso?
– Come no?
– E se fossero in grado di discorrere fra loro, non pensi tu che essi prenderebbero per realtà quel che appunto vedessero?”
Platone, Repubblica, VII
Il progetto è il risultato finale del corso di fotografia tenuto dal fotografo Mario Cresci.
Il progetto “Cosmos” si basa sulla decostruzione delle immagini fotografiche. Partendo da un intenzionale progetto manipolatorio di un soggetto originario le immagini vengono deliberatamente contraffatte da tutta una serie di elementi equivoci articolati in una verosimile ricostruzione finale che viene trasferita da un contesto informativo all’altro.
L’aura che generalmente circonda i media, la fiducia incondizionata e l’ineludibile dipendenza che essi generano creano una sorta di verità inconfutabile che ci porta a credere incondizionatamente a tutto ciò che ci viene proposto.
Da sempre affascinato dal mondo dello spazio e delle continue scoperte ed evoluzioni che ogni giorno ci vengono proposte in questo campo ho cercato di ricreare un contesto di verosimiglianza di questo mondo affascinante ma alla maggior parte della gente incomprensibile, ho creato una delle tante “finte realtà” decontestualizzando immagini di mattonelle e presentandole come oggetti celesti, costellazioni, galassie, ecc.