Le mani giunte di una donna. L’unità tra l’umano e il divino, la vita e la morte. Un dettaglio che racchiude il segreto di Monsampolo del Tronto, borgo dell’Ascolano con tesori sopra e sotto le mura. Dal tabernacolo nella chiesa della Madonna Addolorata ai percorsi ipogei, dal Torrione al mistero della formella templare, dal portale in travertino in piazza Roma, dove un putto e un diavolo giocano la lotta tra il bene e il male, alle mummie, che rendono questo comune unico in Italia.
I corpi che hanno resistito al Tempo sono stati modelli durante un mese di riprese (in religioso silenzio), protagonisti del tour virtuale che ho realizzato per il Museo della Cripta e per il paese. Un viaggio che permette di visionare a 360° lo spazio espositivo sotto la chiesa di Maria SS. Assunta, una visita completa e puntuale che lascia interagire con le opere d’arte, e dà la sensazione di essere lì, di avere davanti agli occhi le mummie. Nella mia “discesa agli inferi”, con il responsabile Mario Plebani come “Virgilio”, ho cercato di far rivivere il museo con un click, rendendolo fruibile a tutti, come strumento di promozione del territorio che racconta e anticipa le bellezze del Piceno e invita turisti e curiosi a visitarle di persona.
La riproduzione digitale mantiene il fascino della realtà grazie alla qualità delle immagini estremamente realistiche e all’interattività. Con un semplice movimento del mouse o utilizzando la barra dei comandi si può “navigare” nel Museo.
Ho scelto le note del poema sinfonico di Rachmaninov, “L’isola dei morti”, per accompagnare l’utente nel tour. La Cappella della Buona Morte, dal nome della confraternita omonima che dal ‘600 si occupa del rito della sepoltura, in particolare per i meno abbienti, precede il passaggio alla cripta. Quattro corpi umani, mummificati spontaneamente, dormono per sempre su altrettante teche di vetro: tre donne e un uomo, probabilmente l’unico nobile, con indosso solo le ghette, calzari in cotone, poiché la lana non è sopravvissuta al passare dei secoli. Il particolare delle mani giunte appartiene a una donna che, secondo gli studi scientifici condotti dall’Università di Camerino, dal mummiologo Franco Ugo Rollo e dalla storica del costume Thessy Schoenholzer Nichols, dovrebbe essere vissuta tra ‘700 e 800.
I corpi sono stati scoperti nel 2003, nel corso degli interventi di ricostruzione post-terremoto alla chiesa Maria SS. Assunta. Durante lo scavo archeologico, nella cripta sono venute alla luce, in una catasta di ossa umane, venti mummie intatte. Le condizioni climatico-ambientali hanno eccezionalmente permesso di conservare anche gli abiti realizzati in fibra vegetale, come cotone, lino e canapa. Il tour virtuale permette di zoomare su volti (o meglio teschi), merletti e tessuti. Le vesti indossate dalle mummie femminili testimoniano una sovrapposizione di stili e di epoche; una raffinata camicia del XVII secolo ad esempio è indossata sotto ad un abito rattoppato del XIX secolo. Fogge che fanno ipotizzare un’appartenenza al ceto popolare.
Sono scheletri “espressivi” pur nella loro posa immobile, raccontano una storia. Che ho illustrato lo scorso 17 maggio a Monsampolo, in occasione del riuscitissimo Photowalk alla scoperta dei miti e dei misteri del borgo, organizzato dal consulente turistico di “Terre del Piceno” Luca Marcelli. Erano presenti il sindaco Pierluigi Caioni, il dirigente regionale del servizio turismo Pietro Talarico, la responsabile Destination Marketing della Regione Marche Marta Paraventi, il responsabile del Social Media Team Marche Sandro Giorgetti, il presidente regionale di Federalberghi Luciano Pompili e il presidente provinciale di Confcommercio Fausto Calabresi.
Il primo cittadino Pierluigi Caioni mi ha incaricato di creare un tour virtuale anche per la Monsampolo svelata, oltre a quella sotterranea. Partendo dalla panoramica del centro abitato, si può fare tappa in piazza Roma, al borgo rinascimentale (XVI-XV secolo), nella parte più alta, la Terra Vecchia, in piazza Castello (XIII – XVII secolo), dove sorgeva il piccolo Castrum Montis Sancti Poli, nelle varie sezioni del Laboratorio di archeologia o nell’Abbazia dei santi Benedetto e Mauro sul Tronto, fuori dal paese sempre accompagnati dalla musica di sottofondo di Giorgio Balestra composta per l’occasione.
L’approccio alle opere d’arte diventa più tecnico e approfondito rispetto al reale. La scultura lignea “Pietà”, all’interno della chiesa parrocchiale di Maria SS. Assunta, è riprodotta tramite modellazione 3D e può essere visionata ruotandola su se stessa, in ogni angolazione. Così come le tele, il tabernacolo targato Carlo Marchetti nella chiesa della Madonna Addolorata o il portale, per poter ammirare tutti i minimi dettagli.
Ancora un tuffo sotto terra percorrendo 120 metri di camminamenti ipogei, prima di risalire con la panoramica del Torrione sulla valle del Tronto e le colline abruzzesi, e tornare così “a riveder le stelle”.
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