La mia prima volta in Sicilia. I paesi-presepe addormentati ai piedi delle Madonie, che sembrano usciti da una fiaba di Tolkien, le tracce di Magna Grecia nel Parco archeologico di Himera e le cime merlate di Cefalù a picco sul mare hanno posato per me nel distretto delle meraviglie. Ed è stato subito amore.
Sono due spin-off dell’Università di Camerino, e-Lios e Terre.it srl, che mi hanno contattato, dopo aver vinto un bando di gara, per raccontare visivamente storia, natura e cultura di questi stupendi territori. Sono servite due settimane di lavoro “immersivo”, lo scorso autunno, per scattare 500 foto in hdr e creare un tour virtuale, adattabile a tutti i dispositivi mobili, con riprese sferiche a 360° nei punti di interesse segnalati dal committente, il Parco delle Madonie il quale aveva chiesto anche la realizzazione di un portale web. Da qui la scelta del mio amico grafico Giovanni Della Ceca di sviluppare un’interfaccia che simulasse la classica cartina del viandante. E spaziare con il mouse nel sito fosse come girare la pagina della Moleskine dell’esploratore.
Io stesso sono andato alla scoperta del Parco e dei trenta comuni del distretto, divisi nel tour sia a livello geografico (paesaggi costieri, Valle Imerese, Madonie orientali con i paesaggi della manna – la bianca resina del frassino – paesaggi montani, riserve di Favara e Granza e Madonie meridionali con i paesaggi del culto) sia a livello tematico (mare, natura e cultura).
Dal santuario della Madonna dell’Alto, a 1.819 metri, alle spiagge ci sono solo 20 chilometri, e nel mezzo scorrono fiumi tra pareti rocciose e perle di architettura medievale. Addentrarsi nella natura selvaggia grazie ai fuoristrada messi a disposizione dell’ente Parco per immortalare “u pagghiaru”, tipica costruzione rurale, o rimanere incastrato con la Panda per le vie della rocciosa Gratteri, guardare il cielo del panoramico paese di Pollina seduto sulle pietre dell’anfiteatro o addentare un cannolo circondato dalle cinque chiese di piazza Duomo a Caccamo, non ha avuto prezzo.
Chilometri di curve mi hanno portato dal lago Rosamarina, il maggiore bacino artificiale della Sicilia, all’abbarbicata Petralia Sottana, dall’alta rupe di Cefalù ai “mannari”, ovili in pietra di richiamo omerico, distesi all’ombra della rocca di Sciara a Caltavuturo.
Per dare vita al progetto “Madonie 2.0”, realizzando in alcuni borghi anche tre riproduzioni, e permettere così ai turisti di conoscere le bellezze del posto con un click, ho esplorato il Parco archeologico di Himera, con la necropoli più grande d’Europa, e il patrimonio di biodiversità del Parco delle Madonie, considerato il giardino botanico del Mediterraneo con oltre 2.600 varietà, tra cui i quasi estinti Abies nebrodensis, unici al mondo (e un microcosmo per la fauna con oltre novanta specie e la rara farfalla Parnassius Apollo).
Il fil rouge che unisce questi due luoghi d’eccezione è l’amore: quello della “Tomba degli sposi”, con i resti di un uomo e una donna che si stringono in un abbraccio eterno, e quello dei due alberi che diventano uno nel sentiero degli Agrifogli Giganti.
Nel cuore restano le guglie dell’anfiteatro naturale della Quacella, cattedrale gotica scavata nella roccia, e Gangi, un gioiello ai piedi dell’Etna, il “borgo più bello d’Italia”. Sceso dalla macchina sono rimasto senza parole pensando di trovarmi all’improvviso nella Terra di Mezzo de “Il Signore degli Anelli”. Le riprese dal belvedere ricordano uno scenario fantasy fuori dal tempo. Come non comune è stata la disponibilità dimostrata dal collega e amico catanese Simone Trovato Monastra, dal tecnico del Parco che mi ha accompagnato rendendo accessibili anche le zone più impervie, e dalla nonnina di Petralia Sottana, senza l’intervento salvifico della quale, sarei ancora smarrito tra le labirintiche via alla ricerca della macchina.
E’ stata tutta una sorpresa, seppur avvenuta tramite lavoro. Ci sono posti che non ti immagini e sorrisi che non ti aspetti, alla fine di una strada ti imbatti in un teatro all’aperto fatto di pietra e senti profumo di mandorle e poi vedi il mare e allora capisci perché chi conosce la Sicilia ne sia innamorato.
“L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto.
La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…
chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita”
Goethe