Un paese di 942 abitanti, unito in un abbraccio dal fiume Tesino e dal torrente Oste, alle falde del Monte Ascensione, che offre il profilo della Bella addormentata o di Cecco d’Ascoli, eretico avversario di Dante. In una parola, Rotella. Protagonista del mio secondo tour virtuale per le Terre del Piceno dopo Monsampolo del Tronto, realizzato scattando foto sferiche di alta qualità a 360°.
Un’immersione da un punto di vista privilegiato per me, dietro l’obiettivo, e per i turisti 2.0 che potranno visitare il borgo con un click, girando per le tre antichissime frazioni di Capradosso, Castel di Croce e Poggio Canoso. Tutto grazie al sindaco Giovanni Borraccini e al vice Matteo Grossetti che hanno creduto in me cogliendo la sfida, mettendosi in rete e scegliendo di valorizzare il territorio con tecnologie innovative. Una settimana di riprese e un mese di montaggio hanno dato alla luce questo lavoro rotellese impreziosito dalla grafica di Giovanni Della Ceca, che rientra nel grande progetto di “Piceno360”, tour virtuale con tre panoramiche sferiche terrestri e una aerea a 360° per ciascun comune dell’Ascolano.
Al primo sguardo Rotella sembra un paese remoto, poco turistico, senza tempo come la quercia secolare di Montemisio. Ma nasconde tesori da scoprire, a cominciare dalla Torre Civica dell’Orologio, primo scorcio del tour, una costruzione a pianta quadrata del XV secolo. La riproduzione digitale mantiene il fascino della realtà grazie alle immagini estremamente realistiche e all’interattività: con un semplice movimento del mouse o utilizzando la barra dei comandi si può navigare per il borgo e i suoi dintorni.
Oltre alla Chiesa collegiata dei santi Maria e Lorenzo, sono una sorpresa per gli occhi anche le due torri gemelle sulla facciata della Chiesa di santa Viviana o delle Icone, affiancata dal Museo di arte sacra Piccolomini. E’ inserito nel circuito dei Musei Sistini del Piceno e vi sono custoditi preziosi reliquiari, in particolare quello di San Fortunato, opera di Pietro Paolo Aurificis, artista attivo ad Ascoli nella cerchia del celebre orafo Pietro Vannini.
Cliccando sui puntatori si può volare nelle tre frazioni sorte nell’VIII secolo a difesa dello Stato di Ascoli. A Castel di Croce l’atterraggio è in piazza Tenente Paolini, davanti alla Chiesa di San Severino con il mosaico del Gaudenti raffigurante un Cristo pasquale tra santi e beati del Piceno.
Poggio Canoso invece si erge a cavallo tra due fossati ed era una roccaforte contro le invasioni barbariche già prima del Mille. Passato il pericolo delle incursioni, divenne un castello, ma ancora oggi sull’arco si può vedere una testa di pietra, effige di un tiranno locale. L’atmosfera magica è evocata dalle grotte e dalla chiesa di Santa Lucia, dove è possibile ammirare quattro tavole di Pietro Alemanno, scuola del Crivelli (salvate dal terremoto del 1962).
Chilometri di curve e di verde mi hanno portato infine nella frazione di Capradosso, all’Oratorio del Verdiente e al suo abside affrescato, e in un’altra chiesa di Santa Lucia, che accoglie un importante reliquiario gotico e una tela attribuita alla scuola del De Magistris.
Prima della salita all’Ascensione, ai piedi del monte, si può ammirare il Santuario di Montemisio, sorto per volere dei monaci di Farfa sulle ceneri di un tempietto pagano dedicato alla dea Artemide. Il culto passò prima per la venerazione della Vergine della Cintura e poi per la Madonna della Tempera, acqua necessaria ai campi. Una leggenda narra che, mentre la siccità minacciava i raccolti, si tenne una processione propiziatoria. La statua della Madonna si era appena messa in cammino, quando il cielo si oscurò e cadde la benefica pioggia. Così nel XVIII secolo la chiesa divenne luogo di culto della Madonna della Consolazione. Oggi è meta di numerosi pellegrinaggi e scenario della tradizionale festa del 15 agosto.
Qui ho respirato tranquillità, accolto dal brioso Fra’ Salvatore all’ombra della quercia alta più di 23 metri, scattando tra i pavoni del cortile e le preghiere dei fedeli.
E’ questa la forza di Rotella, che spero di aver raccontato nel tour: un borgo in cui storia e mito, sacro e profano si intrecciano e la tradizione (la statua di San Lorenzo a spasso nel giorno del patrono o i ravioli di castagne accompagnati dal Rosso, rigorosamente piceno) si apre alla novità (Porco Festival, ippovie, escursioni in mountain bike e visite virtuali).
E “di pensier in pensier, di monte in monte”, citando Petrarca, il mio viaggio finisce con l’ascesa all’Ascensione, a 1.110 metri d’altezza. Con un panorama a perdita d’occhio, non c’è siepe leopardiana che tenga e il naufragar m’è dolce in questo (verde) mare.
“Ammiravo questo spettacolo in ogni suo aspetto ed ora pensavo a cose terrene ed ora, invece, come avevo fatto con il corpo, levavo più in alto l’anima”
Petrarca, Ascesa al Monte Ventoso.